giovedì 20 febbraio 2014

Dopo la Regione tocca al Comune di Sassari: elezioni (quasi certe) a maggio. Chi sarà il successore di Ganau? Tutti i nomi per le (probabili) primarie di fine marzo

E adesso? Dopo le elezioni regionali è il momento delle elezioni comunali a Sassari? La risposta è sì. Ancora non si conosce la data, troppo prematuro. Né quello che precisamente adesso accadrà in Consiglio comunale. Giovedì pomeriggio è andata in scena una delle ultime sedute di questa legislatura, anzi, consigliatura, come dicono alcuni utilizzando un orrendo termine. In apertura spazio alle segnalazioni, dedicate, come prevedibile, alla posizione del sindaco, recordman della tornata elettorale del 16 febbraio con ben 10100 voti e prossimo a diventare presidente del Consiglio regionale. Il primo a chiedere apertamente le dimissioni di Ganau è stato Giancarlo Carta, Forza Italia, primo dei non eletti in Consiglio regionale. «È giusto che lei dia le dimissioni, perché lasciare al vicesindaco non sarebbe corretto. Zirattu non è stato nemmeno eletto», ha detto Carta. Ganau insomma dovrebbe anticipare il sopraggiungere dell’incompatibilità, che arriverà automaticamente con la comunicazione del risultato delle elezioni vincenti di domenica. «Ci sono regole e leggi che governano la democrazia – ha risposto Ganau –, che prevedono l’incompatibilità tra le cariche di sindaco e di consigliere regionale e che scattano in un determinato momento. È evidente. Deciderò io quando mi arriverà questa comunicazione. Le dimissioni comportano altre conseguenze: lo scioglimento del Consiglio comunale e l’arrivo del commissario. Le dico di studiarsi la legge prima di parlare. Le dimissioni sono un atto volontario che non c’entrano nulla con l’incompatibilità». «Quello di domenica per lei è un risultato grande e importante che mostra per intero la generosità della città nei confronti di chi l’ha amministrato», ha detto poco dopo Pierpaolo Panu, ribadendo la richiesta di dimissioni. Risposta fotocopia da parte di Ganau.

Gianfranco Ganau
Nel corso della mattina era stato Antonio Cardin, capogruppo sardista a Palazzo Ducale, fresco di mancata elezione in Consiglio regionale (nei prossimi giorni ho intenzione di scrivere del suicidio culturale del PSd’Az), a rinnovare la richiesta di dimissioni al sindaco. «Dopo aver mandato un personale messaggio di auguri al sindaco Gianfranco Ganau, auspicando un suo ottimale e proficuo lavoro per il nostro bistrattato territorio – ha scritto Cardin –, mi vedo costretto a chiedere, con la stessa convinzione e determinazione, le sue immediate dimissioni o l’annuncio delle sue decisioni in merito al governo della città. La drammatica situazione economica non consente vuoti amministrativi o la nomina di esecutivi pasticciati, serve innanzitutto chiarezza nei programmi, nelle persone e nella continuità amministrativa. Personalmente non credo che questa decisione possa essere presa solo dal Partito Democratico ma, visto il sistematico blackout tra la città e la politica, credo che una risposta vada immediatamente data. Non so se risponderà a questa mia nota e quali argomenti potrà portare per delineare un programma sulla modalità di futura amministrazione. ma, nel frattempo, non lasci la città senza sindaco e senza tre assessori. Auspico che presto la città possa avere una nuova guida impegnata alla soluzione dei problemi che da anni la affliggono». Quasi istantanea la risposta di Gianfranco Ganau. «Capisco la delusione del consigliere comunale e capogruppo del PSd'Az, Antonio Cardin, in relazione all'insoddisfacente risultato elettorale che purtroppo temo sia dovuto anche ad uscite come quella di oggi. Mi preme però rassicurare il consigliere Cardin e lo invito a stare tranquillo: esistono delle regole precise che normano l'incompatibilità tra sindaco e consigliere regionale. In questo momento esercito le mie funzioni di sindaco nella pienezza dei miei poteri».


L'assessore comunale Nicola Sanna
E allora che accadrà adesso? Le dimissioni non possono esserci. Perché arriverebbe il commissario a guidare l’Amministrazione comunale fino alla prossima “finestra” elettorale, a maggio, in concomitanza con le europee. Tra due settimane sarà allora la comunicazione del risultato del 16 febbraio allo stesso Ganau a determinare la situazione di incompatibilità. Il sindaco uscente non attenderebbe la dichiarazione di decadenza da parte del Consiglio regionale. L’incompatibilità a quel punto ci sarebbe già e lasciando la carica sarebbe il vicesindaco a gestire i prossimi tre mesi fino alle elezioni comunali. Il 30 marzo (sembra la data migliore) ci potrebbero essere le primarie del centrosinistra per la designazione del candidato primo cittadino. Chi parteciperebbe? I nomi ci sono già, se ne parla da giorni. Innanzitutto: Nicola Sanna, il più sicuro di tentare la “selezione”, attuale assessore alle Finanze. Poi, rigorosamente al condizionale (si dice ma nessuno conferma): Monica Spanedda, assessore all’Ambiente; Gianni Carbini, assessore al Commercio; Alessandra Giudici, presidente della Provincia; forse l’ex assessora comunale Angela Mameli, che logica vorrebbe indicata e sostenuta dallo stesso Ganau (era nello staff della campagna elettorale vincente); si dice che un pensierino lo stia facendo anche l’ex deputato Guido Melis, unico “soriano” di questo plotoncino (ma Soru è in irreversibile ribasso); e qualcuno aggiunge Michele Poddighe, assessore comunale alle Politiche Sociali. Tutto naturalmente da pesare con attenzione. A meno che non si scelga alla fine di evitare le primarie. In questo caso il nome più gettonato sarebbe quello di Attilio Mastino, rettore dell’Ateneo sassarese, vicino alla scadenza di mandato. E il centrodestra? Non pervenuto, per adesso. Con il rischio sempre più concreto che siano i grillini a contrapporsi al centrosinistra. Il quale alla fine non avrà altra scelta che vincere. Anche a mani basse.

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